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1929/1930 Nasce la Fezzanese

La nascita dell’U.S. Fezzanese rimane avvolta nel dubbio: 1929 o 1930? L’assenza di documenti ufficiali rende difficile una risposta certa, ma i primi risultati sportivi a disposizione sembrano indirizzarci verso il 1930. In quegli anni, Fezzano — allora popolato da circa 1800 abitanti, perlopiù operai dell’arsenale e famiglie di pescatori — viveva un periodo di fermento sociale e comunitario. Veniva inaugurata la scuola elementare “Pascoli” e, parallelamente, prendeva vita quella che sarebbe diventata la Fezzanese, inizialmente U.S. Fezzano.

Lo sport, fino ad allora, era vissuto come attività ricreativa: bocce, nuoto, voga. Esisteva persino una certa vivacità nella pallacanestro, incoraggiata dalle autorità, ma destinata a scomparire dopo la guerra. Va ricordata anche la presenza, già nei primi anni ’20, del G.S. “Vita”, società nata per il nuoto che nel 1921 cercò di dar vita a una squadra di calcio. Partecipò al campionato F.I.G.C. di 4ª categoria nel 1922, ma senza lasciare una traccia duratura.

Tutto ciò ci restituisce l’immagine di una comunità viva, in fermento, pronta a raccogliere la sfida dello sport organizzato. Ed è proprio in questo contesto che probabilmente nacque l’U.S. Fezzanese, in un 1930 che sembra essere, più che una data, una naturale evoluzione del cuore sportivo del paese.

GLI ALBORI DEL CLUB

Nel cuore del dopoguerra, mentre l’Italia cercava lentamente di rialzarsi dalle macerie lasciate dal secondo conflitto mondiale, anche a Fezzano si respirava voglia di rinascita. Era l’agosto del 1945 quando un gruppo di appassionati sportivi decise di rimettere in moto la passione per il calcio, fondando ufficialmente l’Unione Sportiva Fezzanese. Il colore sociale scelto fu il verde, simbolo di speranza e rinnovamento.

I pionieri di questa rifondazione furono Franco Bronzi, Pierino Vannini, Francesco Faggioni, Enrico Lopresti, Anselmo Zignego, Aurelio Galindo e Fulvio Bardi. A guidare la società fu nominato presidente Anselmo Zignego. Le prime sfide si giocarono nel campo dell’aeroporto di Cadimare, all’interno dei campionati provinciali della Sezione Propaganda della F.I.G.C., ex U.L.I.C.

Già a settembre 1945, la Fezzanese era in campo nella “Coppa Calcagnini”, affrontando squadre come Benedetto Brin, Migliarinese, Santerenzina, Santostefanese e molte altre. Il giornale Il Tribuno del Popolo seguiva da vicino le cronache di quei tempi, raccontando di partite intense e perfino sospese per reclami, come l’incontro del 7 ottobre contro il Limone, poi ripetuto (2-2) per l’inaugurazione del campo “Luigi Zebra”.

Nel tempo, tra amichevoli giovanili e incontri ufficiali, la Fezzanese si faceva notare nonostante le difficoltà: pareggiava col Brin, perdeva di misura con la Migliarinese, ma soprattutto dimostrava grinta e passione. Emblematica una partita amichevole del gennaio 1946 sul campo di Fezzano contro il Pegazzano, finita 1-1, in cui si sospettò che il rigore fallito dagli ospiti fosse stato calciato male “di proposito” per evitare tensioni.

Il campionato 1945-46 della Sezione Propaganda, articolato in tre gironi da sei squadre, vide la Fezzanese tra le protagoniste. I risultati del girone di ritorno furono incoraggianti: pareggi con CRDA e Pegazzano, vittorie su Le Grazie (2-0) e Ferrari (5-1), e una sconfitta di misura con il Brin (3-4). Il titolo andò alla Migliarinese, ma per la Fezzanese si trattò comunque di un importante trampolino di lancio.

Verso la crescita organizzativa

Nel 1946-47, con Enrico Montani presidente, la squadra si classificò seconda nel campionato provinciale. Dall’Unità risulta il solo risultato della prima partita: vittoria per 3-0 sulla Scorza a Cadimare, con reti di Giacoppe, Bettalli e Cerliani. La cronaca sottolineava anche un curioso episodio: sugli spalti era presente il signor Cottica, arrivato dagli Stati Uniti con una raccolta di dollari donata dai fezzanesi emigrati oltreoceano per sostenere la squadra del paese natio.

Intanto, la prima divisione F.I.G.C., massima categoria regionale, si sviluppava in quattro gironi. La Fezzanese, ancora parte del sistema giovanile, partecipava alla neonata Lega Giovanile F.I.G.C. nel 1947-48 (classi 1927-28-29), chiudendo al secondo posto provinciale. Nella Coppa Aloise Antonini, la squadra si impose nel girone superando Pontremolese (3-1), Carpanesi Boys (2-0) e pareggiando con Nuova Juventina. Perse solo con la Liguria (0-1), ma vinse comunque il girone. La finale contro la Chiappa registrò una sconfitta per 2-0 all’andata, ma manca notizia del ritorno.

Nel 1948-49, sotto la presidenza Bruno Baudazzi, la Fezzanese continuò a partecipare alla Lega Giovanile, mentre i calciatori più anziani dovettero temporaneamente emigrare in altre squadre del territorio. Il calcio a Fezzano era ancora passione, sacrificio e spirito di adattamento: gli spogliatoi erano fatiscenti, senza acqua corrente né servizi igienici, e spesso i giocatori si rinfrescavano semplicemente alla fontanella di piazza Valletta.

Il salto nei campionati ufficiali

La svolta arrivò nel 1949-50, quando la Fezzanese si iscrisse finalmente al campionato di seconda divisione F.I.G.C., classificandosi al quarto posto. In quella stagione vinse anche la prestigiosa Coppa “O. Stretti”, battendo il Canaletto il 23 giugno 1950. Allenatore della squadra fu Carmelo Amenta, primo tecnico della Fezzanese in un campionato ufficiale F.I.G.C.

Il bilancio fu positivo: nove vittorie, nove pareggi e quattro sconfitte, con trentuno gol subiti e trentanove segnati. Le partite casalinghe si giocavano ancora al campo dell’aeroporto di Cadimare, in attesa di un impianto proprio.

A testimonianza dello spirito di sacrificio e passione che animava quegli anni, resta nella memoria un episodio emblematico: durante una sosta invernale venne organizzata un’amichevole a Borgotaro. I giocatori viaggiarono su un camion scoperto, affrontando neve e pioggia battente. Al termine della partita, senza spogliatoi disponibili, si lavarono nel gelido fiume Taro. A dirigere l’incontro fu addirittura Ferruccio Bellè, celebre arbitro internazionale con oltre 170 presenze in Serie A, residente proprio a Borgotaro

La Fezzanese negli Anni Cinquanta: La Storia di un Decennio Epico

Nell'ottobre del 1950, grazie all'impegno di dirigenti, soci e sportivi locali, il terreno concesso dalla società Ansaldo di Genova venne trasformato nel primo campo sportivo di Fezzano. Situato nella piana del torrente Cignano, accanto al cimitero, il campo – denominato "dell'artigliè" – misurava 90x45 metri: il minimo per ospitare i campionati minori della F.I.G.C. Non esistendo ancora i palazzi attuali sul lato mare, il campo era più vicino alla costa.

Con questo nuovo impianto, la Fezzanese poté finalmente lasciare il campo dell'aeroporto di Cadimare e disputare le partite in casa. Nel campionato 1950-51, la squadra venne promossa in Prima Divisione, dopo un girone d'andata trionfale: 12 vittorie e un solo pareggio. Il ritorno fu più difficile, con sei sconfitte, ma il secondo posto bastò per la promozione.

Nel biennio 1951-52 e 1952-53, la Fezzanese affrontò per la prima volta squadre di alto livello. Dopo un promettente inizio, la squadra subì un crollo anche a causa delle penalizzazioni F.I.G.C. per la posizione irregolare del giocatore Bonadei. Nonostante ciò, evitò la retrocessione a scapito del Cadimare.

Nel 1952-53, a causa della riforma dei campionati con l'introduzione della Promozione, la Fezzanese venne inserita in una Prima Divisione più adeguata alle sue forze. In quell'anno, il Cadimare vinse il campionato, ma la Fezzanese si classificò dignitosamente al quarto posto. Il presidente era Fausto Mora, seguito nel 1953 dal giovane medico Ottavio Giacchè.

Nel 1953, vennero costruiti la sede e gli spogliatoi sul terreno dell'Ansaldo. Nel 1953-54, la Fezzanese vinse il girone di levante della Prima Divisione Ligure con 64 gol fatti e 22 subiti. Non poté però disputare il campionato di Promozione per mancanza di un impianto adeguato. Vinse comunque la Coppa Provincia della Spezia e la Coppa Liguria, quest'ultima contro il Don Bosco di Sampierdarena grazie a un rigore parato da Giocondo Pistolesi.

La squadra partecipò anche al campionato ligure tra i vincitori dei quattro gironi. Dopo aver eliminato la Pertinace, perse in finale contro il D.L.F. Sampierdarena. Nel 1954-55, arrivò seconda dietro la Santerenzina, ma vinse lo spareggio col Levanto, tornando così in Promozione.

Il 1955-56 fu molto difficile: con una rosa limitata e senza campo regolamentare fino a dicembre, la Fezzanese giocò spesso in campo neutro. Alla fine, riuscì a salvarsi con sette vittorie (tutte in casa), sei pareggi e 17 sconfitte. La prima partita sul nuovo campo fu un 7-3 contro la Calciatori Prè.

Nel 1956-57, la stagione fu ancora più travagliata. Tre allenatori si alternarono (Pramaggiore, Amenta, Mucerino) e i risultati furono disastrosi, tra cui due 0-9, uno 0-6 e una sconfitta a tavolino per l'aggressione all'arbitro da parte del massaggiatore. La Fezzanese finì penultima ma non retrocesse. Pistolesi e Bridarolli si alternarono tra i pali.

La dirigenza decise allora di rinunciare alla Promozione 1957-58 e di iscriversi in Prima Divisione. In quell'anno, con Fausto Mora di nuovo presidente, la squadra concluse al terzo posto con 9 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte. Gigante fu il miglior marcatore con 7 reti.

Nel 1958-59, la Fezzanese chiuse quarta nel girone A senza qualificarsi per la fase finale. Tuttavia, vinse la Coppa "Città della Spezia" superando la Fivizzanese dopo spareggio e sorteggio. Con la riforma dei campionati, nel 1959-60 la Fezzanese fu ammessa alla nuova Seconda Categoria e concluse al quinto posto. Amenta lasciò la guida tecnica a Vittorio Mantero.

Così si concluse un decennio intenso, fatto di gloria, difficoltà e passione per i colori verdi della Fezzanese.

La Fezzanese negli Anni '60 e '70: Ascesa, Trionfi e Scelte Coraggiose

Negli anni ’60, la Fezzanese si affermava come una delle realtà calcistiche più solide e combattive della seconda categoria spezzina. Una squadra capace di lottare stabilmente ai vertici, forgiando un'identità sportiva che ancora oggi rappresenta un vanto per il borgo di Fezzano.

Gli Anni delle Prime Glorie (1960–1965)

Nel campionato 1960-61, i verdi chiusero al secondo posto, a pari merito con la Freccia Azzurra e subito dietro alla Fitram Canaletto. Una stagione fatta di 10 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte, con 43 reti segnate e 22 subite. I protagonisti offensivi furono Tarabugi, autore di 14 reti, e Maddaloni con 10 gol. In porta si alternarono Pistolesi (16 presenze) e Arecco (4 presenze).

La stagione successiva vide ancora la Fezzanese lottare fino alla fine, chiudendo nuovamente seconda, alle spalle della fortissima Freccia Azzurra di Santo Stefano. Tra girone di qualificazione e girone finale, i verdi collezionarono 11 vittorie, 7 pareggi e 4 sconfitte, segnando 49 gol e subendone 18. Maddaloni (11 reti), Tarabugi e Fiscaletti (9 ciascuno) guidarono l’attacco. Mori fu il portiere titolare, supportato da Karlicek e Scarpato.

Nel 1962-63, la Fezzanese si piazzò quarta nel girone finale, ma mise in mostra un potenziale offensivo di tutto rispetto con 67 gol segnati in 28 partite. Maggiali (15 reti) e Simonelli (13) trascinarono la squadra, mentre Mori continuò ad essere il numero uno, affiancato da Scarpato e Mandato.

Il 1963-64 fu un altro anno da protagonisti: seconda posizione alle spalle del Don Bosco, 11 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte. Maggiali (16 reti) e Tarabugi (11) si confermarono trascinatori. Quell’anno portò anche il primo trofeo: la Coppa "Davite", vinta il 26 aprile allo stadio Picco battendo 2-1 il Santo Stefano, con gol di Da Pozzo e Maggiali.

Il 1964-65 vide un quarto posto finale. Otto vittorie, quattro pareggi e sei sconfitte con Maggiali ancora miglior realizzatore (16 reti). In porta si alternarono Scarpato, Giordano, Ferrentino e Benelli.

La Svolta e l'Esplosione del Talento (1965–1968)

Il 1965-66 fu un altro anno esaltante, con la Fezzanese che tornò al secondo posto alle spalle della Forza e Coraggio. Ben 17 vittorie, 3 pareggi e 6 sconfitte, con un bottino di 70 gol segnati e 40 subiti. In quell’anno si fecero largo nomi come Ferrentino, Pistolesi, Perrone ed Esposito tra i pali. Maggiali fu autore di 25 gol, Tarabugi lo seguì con 16. La squadra vinse anche la terza Coppa "Davite", superando l’Ausonia Brin per 2-1.

La consacrazione arrivò nel 1966-67: la Fezzanese vinse il campionato con nove punti di vantaggio su Lerici, Monegliese e Ausonia Brin. Una stagione quasi perfetta con 18 vittorie, 5 pareggi e una sola sconfitta. Danubio segnò 20 reti, Maggiali 15. Nonostante la meritata promozione in prima categoria, la società rinunciò al salto per difficoltà economiche.

Nel 1967-68, con l’arrivo alla presidenza di Mauro Maggiani e la conferma di Giuseppe Tarabugi in panchina, la Fezzanese arrivò seconda dietro al Lerici. Tuttavia, la riforma dei campionati permise alla squadra di approdare in prima categoria. Con 20 vittorie, 6 pareggi e solo 2 sconfitte, i verdi misero a segno 74 gol e ne subirono 28. Danubio fu il bomber con 25 reti, seguito da Nardini con 16. In porta, Luigi Ferrentino fu una sicurezza, presente in tutte le 28 gare.

L’Apice e le Rinunce (1968–1970)

Il debutto in prima categoria nel 1968-69 fu duro ma entusiasmante. Dopo un serrato duello tutto spezzino con Lerici e Ausonia Brin, la Fezzanese si giocò il titolo all’ultima giornata contro il Santerenzo, fanalino di coda. Al Falconara, dopo un primo tempo teso, i verdi dilagarono nella ripresa con un roboante 5-0. I festeggiamenti coinvolsero tutto il paese, con caroselli tra Lerici, Piazza Brin e Le Grazie.

La squadra partecipò poi al triangolare finale per la Coppa Liguria, insieme a Gavese e Ventimiglia. Sconfitta dal Ventimiglia per 4-2 in casa e successivamente 2-0 a Gavi, la Fezzanese chiuse terza, rinunciando ancora una volta alla promozione in Promozione per motivi finanziari. Miglior marcatore fu ancora Danubio con 16 gol.

Nel 1969-70, la Fezzanese si confermò una potenza: terzo posto alle spalle di Lerici e Ausonia Brin e 21 reti siglate dal sempreverde Maggiali, simbolo di una squadra che, pur tra mille ostacoli, non ha mai smesso di lottare.

Uomini e Dirigenti di un’Era

Di quella Fezzanese epica si ricordano con affetto nomi come Meriglio Maggiali, Franco Tedeschi, Claudio Vannini, Danubio, Da Pozzo, Nardini, Maddaloni, Tarabugi (anche allenatore), Ferrentino, Scarpato, Mori, e tanti altri. Dirigenti instancabili come Fausto Mora, Mauro Maggiani, Leandro Gerbelli, Salvatore Gagliardi e Piero Vannini sono ancora oggi nel cuore di tutti i tifosi.

Questi anni rappresentano una pagina indelebile nella storia della Fezzanese, un mix di passione, talento e spirito di sacrificio. Un’epoca in cui il calcio era ancora romantico e profondamente legato al territorio.

Fezzanese Calcio – Gli Anni '70 e '80: Una Decade di Lotta, Talento e Passione

Dopo i fasti degli anni ’60, per la Fezzanese inizia un decennio di apparente transizione. Gli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta non furono privi di risultati positivi, ma non riuscirono a eguagliare il prestigio e la brillantezza del decennio precedente. Tuttavia, tra risultati altalenanti, memorabili exploit e figure leggendarie, questo periodo ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del club.

Il Decennio della Prima Categoria

Nel corso degli anni Settanta, la Fezzanese militò stabilmente nel campionato di Prima Categoria ligure – Girone D, con fortune alterne. Due le stagioni di rilievo: il terzo posto nella stagione 1977-78 con 40 punti e quello del 1979-80 con 39 punti. La squadra riuscì anche a distinguersi nei campionati giovanili, con una vittoria provinciale e un secondo posto regionale della rappresentativa Juniores nel 1972, sconfitta in finale dall’Auxilium Alassio (2-1), e con il trionfo della rappresentativa Under 21 nel 1973-74.

I piazzamenti della prima squadra nel corso del decennio furono i seguenti:

  • 1970-71: 8ª con 26 punti

  • 1971-72: 10ª con 30 punti

  • 1972-73: 12ª con 24 punti

  • 1973-74: 8ª con 30 punti

  • 1974-75: 11ª con 26 punti

  • 1975-76: 10ª con 27 punti

  • 1976-77: 5ª con 32 punti

  • 1978-79: 8ª con 30 punti

I Protagonisti

A guidare la squadra in molte stagioni fu Giuseppe Tarabugi, allenatore simbolo del periodo. In campo, si distinsero numerosi giocatori come Soli, Baldini, Peroni, Costa, i fratelli Ferrentino, Brancaleone, Carpena, Conti, Fiocchi, Davoli, Di Bonito, Mugnaini, i fratelli Artiaco, Nardini Bruno, Reboa, Rolla, Merani, Pistone, Vannini, Tedeschi, Lori, Bonini, Monaco, Poli, e molti altri.

Una Rivalità che Scaldata gli Spalti

Se la rivalità con la Forza e Coraggio era storica, quella con il Cadimare assunse nuovi toni accesi proprio in quegli anni. Alcuni match tra le due squadre richiamarono fino a mille spettatori, un numero straordinario per la categoria.

Le Stagioni Memorabili

  • 1970-71: Nardini (13 reti) e Vannini (10) furono i migliori realizzatori. Quattro portieri si alternarono tra i pali: Ferrentino, Andolcetti, Scarpato e Mori.

  • 1971-72: Brancaleone si distinse con 6 reti in una stagione difficile. I portieri: Mora L., Mori A. e Ferrentino.

  • 1972-73: Ancora Brancaleone, con 8 gol, fu il miglior marcatore. Andolcetti fu il titolare in porta, con presenze anche di Mora e Ferrentino.

  • 1973-74: Stagione più tranquilla. Brancaleone esplose con 17 gol, Andolcetti disputò 27 gare su 30.

  • 1974-75: Il 17 novembre 1974 esordì Roberto Fiocchi, 17enne proveniente dal Lerici. Sarebbe diventato bandiera e capitano per oltre vent'anni. Brancaleone ancora miglior marcatore (8 gol). Tra i pali si alternarono ben sei portieri.

  • 1975-76: Cambio ai vertici: Arnaldo Stradini divenne presidente. La squadra chiuse al 10º posto; Andolcetti titolare in porta, con l’esordio del giovane Danubio.

  • 1976-77: Ottimo 5º posto. Vincenzo Resta si laureò capocannoniere con 12 gol, seguito da Fiocchi con 7. In porta, ancora Andolcetti.

  • 1977-78: Una stagione leggendaria, con un epico 4-3 in rimonta sull’Ortonovese, futura vincitrice del campionato. A cinque minuti dalla fine la Fezzanese era sotto 1-3. Poi il miracolo: tre gol in rapida successione, uno di testa dell’"improbabile" Resta, regalarono un’incredibile vittoria. Soli segnò 22 gol, Baldini 11. In porta, alternanza tra Andolcetti e Danubio.

  • 1978-79: Con l’elezione di Angelo Ricciotti alla presidenza e Stradini presidente onorario, la squadra chiuse all'8º posto. Soli segnò 12 reti; in porta si mise in evidenza anche Zambelli, oltre ai soliti Andolcetti e Danubio.

  • 1979-80: Terzo posto con 14 vittorie, 11 pareggi e solo 5 sconfitte. Soli fu assoluto protagonista con 31 gol su 43 totali della squadra, un record assoluto. Tra i portieri, il titolare fu Ferrarini, ma Andolcetti disputò 9 partite, mentre Luigi Ferrentino fece 3 apparizioni.

Un Decennio da Ricordare

Nonostante l'assenza di promozioni o trofei importanti, gli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta furono tutt'altro che anonimi. In quegli anni si cementarono legami forti con il territorio, nacquero bandiere storiche, e si vissero partite indimenticabili che contribuirono a mantenere viva la passione per il calcio a Fezzano. Una storia fatta di sudore, talento e amore per una maglia che non ha mai smesso di far battere il cuore dei suoi tifosi.

Anni '80-'90: Tra crisi e rinascite nel calcio fezzanese

I decenni '80 e '90 rappresentano per la Fezzanese un periodo segnato da grandi difficoltà, ma anche da episodi di rinascita e passione sportiva che hanno mantenuto viva la storia e il legame con il territorio.

Un nuovo centro sportivo e il contributo della comunità

All'inizio degli anni '80 viene realizzata la palestra comunale alla Valletta, insieme a un campo da pallacanestro. La gestione della palestra viene affidata dal Comune all'U.S. Fezzanese e ne diventa punto nevralgico per l'attività sportiva locale. Oltre agli allenamenti, ospita corsi di ginnastica aerobica, pesistica e attività per bambini, grazie soprattutto all'impegno della dirigente Gianna Foce.

Nel 1982, la costruzione di catenarie per l'ormeggio nella baia di Fezzano diventa un'importante risorsa economica. Il contributo dei soci utilizzatori rappresenta una fondamentale entrata per sostenere le attività del club.

Stagioni altalenanti in Prima Categoria

La stagione 1980-81 parte in salita ma, con l'arrivo alla guida tecnica dell'ex giocatore Merilio Maggiali, la squadra cambia volto. Il nuovo ruolo di libero assegnato a Resta e i 28 gol di Soli portano la Fezzanese a un onorevole sesto posto. Spiccano anche le prestazioni di Franceschetti (10 gol) e i portieri Ferrentino, Ferrarini e Banin.

Nel 1981-82 la presidenza passa a Giuseppe Tortorelli, mentre torna in panchina mister Tarabugi. Il campionato è dominato dalla Migliarina Teli, ma la Fezzanese chiude all'ottavo posto. Soli segna 14 reti nella sua ultima stagione in verde, seguito da Franceschetti con 10. In porta emerge Danubio, supportato ancora da Ferrentino e dal giovane Giacchè.

La stagione 1982-83 vede un importante miglioramento: la squadra termina quarta dietro a Fivizzanese, Signani Albiano e Forza e Coraggio. Franceschetti è ancora protagonista con 11 reti, mentre i portieri Cantarone e Gobetti si dividono il ruolo.

Nel 1983-84 la Fezzanese lotta per non retrocedere. Un finale in crescendo garantisce l'undicesimo posto e la salvezza. Bardi è il miglior marcatore con 6 gol. Tra i pali si alternano Gobetti e Lorenzi.

Rinnovamento societario e retrocessione

Nel 1984-85 arriva alla presidenza Mario Andolcetti e sulla panchina siede l'allenatore Resta. Il rinnovamento porta buoni risultati con un sesto e un quarto posto nelle due stagioni successive. Lorenzi si afferma come titolare indiscusso in porta. Rozzi (8 gol) e Farnocchia (7 gol) guidano l'attacco.

Ma il 1986-87 è un anno nero: la squadra retrocede in Seconda Categoria per la prima volta nella sua storia. Solo 4 vittorie, 20 reti segnate contro 52 subite e oltre 30 giocatori impiegati. Gli episodi negativi culminano con la squalifica del campo dopo incidenti durante la gara con il Monzone.

Il ritorno e la rinascita

Il purgatorio in Seconda Categoria dura poco. Nel 1987-88, dopo un duello con il Bastremoli, la Fezzanese vince il campionato. Il 2-0 decisivo sulla Scorza a Beverino sancisce la promozione. Ravenna guida l'attacco con 12 gol, Lorenzi è ancora una volta sempre presente.

Nel 1988-89 torna presidente Bruno Maggiani e si affida nuovamente a Maggiali. La direzione tecnica viene assunta da Sergio Vergazzola. La squadra, pur con alcune lacune fisiche, mostra un calcio tatticamente curato. Fiocchi è il miglior realizzatore con 5 gol.

Nel 1989-90, con il ritorno di Stradini alla presidenza, la Fezzanese rischia ancora la retrocessione. L'ultima gara è decisiva: una punizione di Fusani regala la vittoria contro il Follo e la salvezza. Frigerio (12 gol), Fusani (10) e Ravenna (6) guidano l'attacco.

Un decennio nel segno di Lorenzi

In questi dieci anni, il portiere Lorenzi disputa oltre 180 partite, diventando simbolo di continuità e affidabilità. Lo seguono, con numeri più contenuti, Danubio, Gobetti, Ferrentino, Cantarone e Ferrarini.

Gli anni '80 e '90 sono stati per la Fezzanese un banco di prova durissimo, ma anche il palcoscenico su cui si è rinnovata una passione calcistica autentica, vissuta con orgoglio da una comunità che non ha mai smesso di credere nei suoi colori.

La Fezzanese negli anni '90: tra sogni, riforme e imprese storiche

La stagione 1990-91 segnò una svolta epocale per il calcio dilettantistico italiano: l’anno successivo sarebbe stato istituito il girone unico regionale di Eccellenza e due gironi di Promozione. Per accedervi, le prime cinque classificate del campionato di Prima Categoria sarebbero state promosse.

Il presidente Arnaldo Stradini, da oltre vent'anni alla guida della Fezzanese, colse il momento come l'occasione per tentare il grande salto. Sotto la guida di mister Carmelo Pelle, la squadra si rafforzò con innesti di qualità come gli ex aquilotti Frigerio e Fazio, oltre al giovane Ivan Stradini. Il risultato fu un brillante quarto posto, con la conseguente promozione insieme a Castelnuovo Magra, Brugnato, Lerici e Santo Stefano Magra. Il bilancio: 15 vittorie, 8 pareggi e 7 sconfitte, con 38 reti segnate e 26 subite. Capocannoniere Monacizzo (14 gol), mentre Lorieri difese ininterrottamente la porta in tutte le 30 gare.

Il salto in Promozione e le sfide strutturali

L'accesso al campionato di Promozione comportò anche adeguamenti infrastrutturali. Il campo sportivo doveva essere ampliato da 52 a 60 metri di larghezza, ma i lavori non potevano essere completati in una sola stagione. Fu elaborato un progetto in due fasi e si ottenne una deroga speciale dalla F.I.G.C., grazie anche all’intervento diretto del presidente Stradini e del segretario Vinicio Bagnato presso il presidente nazionale dei dilettanti, Elio Giulivi.

La stagione 1991-92 vide l’inaugurazione del campo contro il Canaletto. La Fezzanese chiuse al quinto posto con 11 vittorie, 13 pareggi e 6 sconfitte. Stefano Ravenna fu il miglior marcatore con 10 gol, mentre Lorieri si confermò presenza fissa tra i pali.

Salvezze sofferte e nuovi equilibri

Nel 1992-93 arrivò un 13° posto, sufficiente per la salvezza. Lucchinelli fu il bomber stagionale (12 reti), Lorieri restò titolare fisso tranne per una presenza concessa al giovane Centoni. L’anno seguente, 1993-94, segnò l’inizio dell’era Esposito alla presidenza. Ancora un 13° posto, con Fanton (7 reti) miglior realizzatore. In porta si alternarono Canedoli e Melli.

Nel 1994-95, sotto la guida di Lopresti, tornò una classifica di prestigio: quinto posto e ancora Fanton come goleador con 7 centri. Il portiere titolare fu Steffanini, con 28 presenze.

L'impresa in Coppa Italia 1995-96

La stagione 1995-96 fu storica per il cammino in Coppa Italia. Dopo un'andata persa 1-3 in semifinale contro il Ligorna, i verdi compirono un'incredibile rimonta al ritorno: 5-2 il risultato finale grazie alle reti di Stradini e due punizioni di Marrai, l’ultima oltre il recupero.

In finale, la temuta Sanremese vinse di misura l’andata (1-0), ma fu la prova di cuore della Fezzanese a impressionare: nonostante l’inferiorità numerica, uscì tra gli applausi. Il ritorno, il 25 gennaio, fu una delle gare più epiche nella storia del club. Dopo lo 0-1 iniziale per la Sanremese, Fanton pareggiò, un gol annullato per mano involontaria e una traversa di Marrai raccontano quanto i verdi meritassero di più. Il pareggio finale, accolto da oltre 500 tifosi, fu celebrato come una vittoria. Il campionato si concluse con un decimo posto. Marrai fu il capocannoniere (9 reti), seguito da Celsi (8).

La rinascita: 1996-97 e 1997-98

Nel 1996-97, sempre con Lopresti, la Fezzanese chiuse quarta con 52 punti. Marrai fu di nuovo il leader offensivo con 14 gol. In porta, iniziò l’era di Bagnasco.

La stagione 1997-98 partì con ambizioni, ma tra alti e bassi e diversi cambi in panchina (da Lopresti a Resta, poi Valentino e Luigi Fabbri), fu l’ingaggio di Emiliano Frediani a cambiare il destino. Dopo una rimonta entusiasmante, la Fezzanese affrontò il Bogliasco in uno spareggio per la promozione in Eccellenza il 10 maggio 1998 a Sestri Levante: fu trionfo 4-1.

Nella finale per il titolo ligure contro l’Albenga, i verdi, ormai appagati, persero 4-2 e 4-3 nei due confronti.

La stagione del sacrificio: 1998-99

La stagione 1998-99 fu segnata dai lavori per il nuovo Centro Sociale e la sede del club: tutte le gare casalinghe furono disputate in campo neutro (Pianazze, Albiano, Picco). Nonostante le difficoltà, la Fezzanese si mantenne nei piani alti. L’arrivo di Fiondella diede ulteriore qualità.

In Coppa Italia fu un cammino entusiasmante: eliminata la Migliarinese (6-2), l'Ortonovo (4-2), la Sarzanese, l’Entella e il Pontedecimo. In finale, la vittoria all'andata 2-0 sul Busalla sembrava sufficiente, ma il ritorno ad Albiano finì 3-3 con reti decisive di Mariano, Marrai e Stradini. Il trionfo fu memorabile.

In fase interregionale le cose andarono peggio: sconfitta 0-1 in casa con la Caratese, e 2-5 a Porcari nonostante il vantaggio iniziale. Il campionato, invece, fu positivo: vittorie contro Sarzanese e Entella e un pareggio col Savona garantirono l'accesso agli spareggi interregionali. La trasferta a Savona fu accesa da tensione e tifo accesissimo. La doppia sfida con la Caratese (1-3 e 0-4) chiuse il sogno promozione.

Il 1999-2000 e la nuova casa

Con l'inaugurazione della nuova sede e del campo finalmente a norma, la stagione successiva avrebbe dovuto sancire il salto di qualità. Nonostante una squadra rinforzata, i risultati non furono all'altezza. L’unico lampo fu ancora la Coppa Italia, dove la Fezzanese raggiunse la finale, venendo sconfitta da un solido Savona (1-1 all’andata, 0-2 al ritorno).

Così si chiudeva un decennio fatto di sogni, fatiche e imprese. Anni in cui il nome della Fezzanese si legò al coraggio, alla passione e al cuore: valori che ancora oggi battono forte nei colori verdi del Fezzano.

La Fezzanese negli Anni 2000: Tra Lutti, Rinascite e Trionfi

Gli anni Duemila hanno rappresentato un decennio di forti emozioni per l’U.S.D. Fezzanese, tra momenti drammatici, stagioni combattute, rinascite sportive e successi memorabili.

Un decennio iniziato nel dolore

Il nuovo millennio si aprì con una salvezza sofferta nel campionato 2000-01, che mantenne la squadra in Eccellenza. Ma furono soprattutto i lutti a segnare profondamente la società: all’inizio del 2000 scomparvero Ermano Bagnato, storica ala verde degli anni ’40 e ’50, e Giuseppe Tortorelli, presidente negli anni ’80. Nel 2001 si unì a loro anche Valentino Fabbri, figura centrale del calcio dilettantistico spezzino, che negli ultimi anni aveva svolto importanti ruoli dirigenziali nella Fezzanese.

Premi e riconoscimenti

Nel 2002, nonostante le difficoltà, la società ricevette a Roma un prestigioso premio di benemerenza dalla FIGC per oltre cinquant’anni di attività ininterrotta nel calcio. Un tributo alla costanza e alla passione della Fezzanese.
 

Le stagioni tra salvezze e retrocessioni

Il 2002-03 vide un’altra salvezza strappata con le unghie, grazie anche al talento della punta italo-argentina Pablo Alexandro Mastronicola: sei gol in sei partite furono decisivi. Ma nel 2003-04, dopo un'annata complicata, arrivò la retrocessione in Promozione. Ben tre allenatori (Fusani, Strata, Fabbri) si alternarono senza riuscire a salvare la squadra, che chiuse al quindicesimo posto.

Rinascita e trionfo della Juniores

Nel 2004-05, sotto la presidenza ritrovata di Arnaldo Stradini e con Fabbri in panchina, la prima squadra concluse con un modesto quinto posto. Tutt’altra storia per la squadra Juniores, che vinse il proprio girone e poi si laureò campione regionale dopo un'entusiasmante finale contro la Sestrese a Chiavari. Ai rigori decisivo fu Croxatto, che parò il penalty di Parodi, regalando un titolo storico alla Fezzanese.

Esperienza nazionale e nuovo nome

Nella fase nazionale la Juniores lottò contro avversari più blasonati come Rivoli e Boario, uscendo a testa alta. Intanto, nel 2005, la società assunse il nuovo nome di Unione Sportiva Dilettantistica Fezzanese.

Sempre nel 2005, il campo sportivo di Fezzano fu intitolato a Carmelo Amenta, ex giocatore dello Spezia dello “Scudetto di guerra” del 1944, in una cerimonia ufficiale del Comune di Portovenere.

Nuove ambizioni e continui miglioramenti

La stagione 2005-06 vide una Fezzanese competitiva che chiuse al quarto posto e partecipò ai playoff, mentre la Juniores calò di rendimento, chiudendo quinta. Anche nel 2006-07 la prima squadra confermò una posizione di metà classifica, ma si misero in luce i bomber Tarabotto e Arzelà con 16 e 15 gol.

Nel 2007, un nuovo lutto colpì la società con la morte di Angelo Ricciotti, ex presidente e figura chiave della Fezzanese negli anni ’70 e ’80.

Il sogno sfiorato e poi la rivincita

Il 2007-08 fu un campionato di Promozione da protagonisti. La Fezzanese chiuse seconda, ma perse la finale dei playoff contro l’Argentina Arma di Taggia, complice anche la difficile situazione retrocessioni dalla Serie D.

L’anno successivo, però, arrivò la rivincita. Nella stagione 2008-09 la società si strutturò con ambizione, cambiò guida tecnica con l’arrivo di Figaia e si rafforzò con rientri importanti in dirigenza e squadra. Dopo un avvio combattuto con il Borgoratti, i verdi dominarono la seconda parte della stagione, vincendo il campionato con due giornate di anticipo. Il trionfo fu completato con la conquista del titolo regionale di Promozione, battendo per 2-0 l’Ospedaletti sul campo neutro di Ligorna.

2009-10: l’anno della salvezza con il cuore

La stagione 2009-10 si aprì con una tragedia: l’ex giocatore Massimiliano Fiondella perse la vita in un incidente stradale insieme alla fidanzata. Un colpo durissimo per tutto l’ambiente verde. Fiondella, cresciuto tra Fiorentina e Sampdoria, aveva collezionato 85 presenze con la maglia della Fezzanese tra il 1998 e il 2004.

Sul campo, l’inizio fu disastroso: dopo sette giornate, un solo punto. La società intervenne con decisione, cambiando diversi elementi chiave. La rincorsa fu lenta ma costante, culminata in una salvezza miracolosa ottenuta all’ultima giornata in casa contro il Fo.Ce. Vara. Sotto un diluvio, con i gol di Saoud e tanta sofferenza, la Fezzanese chiuse al dodicesimo posto, festeggiando la permanenza in Eccellenza.

A chiudere il decennio, un’altra perdita importante: il 9 luglio 2010 scomparve Ottavio Giacchè, presidente negli anni ’50, che aveva guidato la squadra nei suoi primi storici passi nel calcio regionale.

In sintesi, gli anni 2000 sono stati per la Fezzanese un decennio intenso e ricco di eventi: segnato da dolori profondi, ma anche da traguardi sportivi memorabili, che hanno confermato la forza e la resilienza della società e della sua comunità.

Oltre ogni sogno: il decennio d’oro della Fezzanese (2010–2013)

Dopo la sofferta salvezza della stagione precedente, la Fezzanese si affacciava alla stagione 2010-11 con l’obiettivo minimo di confermare la categoria. Le scelte societarie si rivelarono però vincenti sin da subito: arrivarono giocatori di spessore come Baudi e Frateschi, oltre a un gruppo di giovani che si sarebbero rivelati fondamentali. Il precampionato vide i verdi imporsi su Portuale Marina di Carrara, San Marco Avenza (1-0 e 3-0), Aullese-Albianese (3-0) e Canaletto (3-2), segnali incoraggianti per l’imminente stagione.

In Coppa Italia, la squadra superò i sedicesimi battendo Colli di Luni (2-0) e Ortonovese (2-1), ma si arrese agli ottavi nel doppio confronto contro il Sestri Levante. Fu il campionato, però, a regalare le gioie più grandi. La Fezzanese visse un girone d’andata straordinario, lottando stabilmente nelle prime posizioni e chiudendo a pari punti con la Pro Imperia, alle spalle della favorita Cairese. Anche se nel ritorno calò leggermente il ritmo, riuscì a conquistare un prestigioso quinto posto, pari merito con il Sestri Levante.

L’attacco fu tra i più prolifici, trascinato da uno straordinario Baudi, capocannoniere con 24 reti. Di contro, la difesa risultò una delle più battute. La stagione fu segnata anche da un lutto profondo per la comunità verde: la scomparsa dello storico dirigente

“Tonino” Stangherlin, nel mese di dicembre.

La conferma e la continuità: stagione 2011-12

Il campionato successivo si apriva con la consapevolezza della difficoltà nel ripetere quanto di buono fatto. La partenza per la Serie D di Baldi impose nuovi innesti: arrivarono l’esperto Salvetti, il giovane Maggiore e alcuni juniores selezionati dal direttore Ricci.

In Coppa Italia, la corsa si fermò ancora una volta contro il Sestri Levante: onorevole la prestazione a Sestri (3-4), più pesante la sconfitta casalinga (1-3). In campionato, l’avvio fu promettente, ma dopo le prime battute cominciarono a farsi sentire i primi scivoloni. L’inverno vide l’addio di Salvetti, poco integrato, e il ritorno – seppur infortunato – di Baldi. La squadra viaggiò a metà classifica senza mai correre rischi, chiudendo al settimo posto con un bilancio perfettamente equilibrato: 10 vittorie, 10 pareggi, 10 sconfitte. Anche questa stagione fu segnata da un lutto: nel dicembre 2011 si spense Leandro Gerbelli, figura storica del club dal dopoguerra fino agli anni '70.

Il trionfo in Coppa e l’onore nazionale: 2012-13

Ancora una volta con l’obiettivo salvezza, la Fezzanese affrontava una nuova stagione, come sempre rivoluzionata nell’organico. Dopo un esordio difficile a Vado, la squadra inanellò risultati positivi e concluse il girone d’andata in una tranquilla posizione.

Ma il vero capolavoro arrivò in Coppa Italia. Dopo aver superato il girone di qualificazione e aver eliminato Valdivara, Casarza e Ligorna, i verdi si presentarono alla finale regionale del 6 gennaio 2013 contro il fortissimo Finale, giocata sul neutro di Santa Margherita Ligure. Fu una sfida epica, decisa nei tempi supplementari da uno splendido colpo di testa di Jacopo Conti, servito dal sempreverde Simone Miglioranza. La Fezzanese alzava così al cielo il trofeo regionale, un successo storico.

Il percorso proseguì nella fase nazionale, dove i verdi, falcidiati dagli infortuni, affrontarono Pro Settimo-Eureka (Piemonte) e Inveruno (Lombardia). A Settimo Torinese arrivò una sconfitta di misura (2-1) con rete di Saoud, mentre al ritorno, pur passando in vantaggio con Baudi, la squadra si arrese ancora per 2-1. Nonostante l’eliminazione, la Fezzanese uscì a testa alta, applaudita per le ottime prestazioni. Il girone fu poi vinto dalla Pro Settimo-Eureka, fermata in semifinale dalla Fermana, futura vincitrice del torneo.

In campionato, superate le difficoltà iniziali, la squadra chiuse il girone di ritorno in crescendo, centrando un prestigioso quinto posto: il miglior piazzamento in Eccellenza dai tempi dello storico secondo posto del 1998-99.

Un giorno al Picco: il sogno diventa realtà

Il 24 aprile 2013 rappresenta la sublimazione della stagione. In un assolato pomeriggio, la Fezzanese scendeva in campo allo stadio "Alberto Picco" per un’amichevole contro lo Spezia, militante in Serie B. Il risultato, come prevedibile, fu a senso unico: 8-1 per gli aquilotti. Eppure, per un istante, i sogni superarono la realtà: al 30’ del primo tempo, Jacopo Conti – ancora lui – realizzava il gol del momentaneo pareggio, coronando un’annata indimenticabile con una rete che resterà impressa nei cuori di tutti i tifosi verdi.

2013-14: Una nuova guida, una stagione solida e lo spettacolo al "Camaiora"

La stagione 2013-14 si apriva con importanti novità sul fronte tecnico e dirigenziale. Dopo alcune annate alla guida della prima squadra, mister Figaia lasciava l’incarico per motivi personali. Al suo posto la dirigenza promuoveva Luca Carosi, allenatore della Juniores, premiando così il lavoro svolto nel settore giovanile. Alla guida degli Juniores subentrava Vittorio Musso, figura di esperienza e affidabilità.
Sul piano organizzativo, la società ritrovava l’apporto fondamentale di Gianni Ricci, tornato nei ranghi con il ruolo di direttore generale, mentre il nuovo direttore sportivo era Giovanni Scarafile.

La squadra veniva costruita mantenendo l’ossatura dell’anno precedente, con l’innesto di alcuni giovani promettenti, e affrontava la Coppa Italia d’Eccellenza con entusiasmo. Inserita in un difficile girone orientale a quattro squadre, la Fezzanese si imponeva con merito, superando anche la favorita Magra-Azzurri, oltre a Casarza Ligure e Real Valdivara. Tuttavia, nella semifinale secca giocata in campo neutro contro la Sammargheritese, i verdi incappavano in una giornata storta e venivano sconfitti per 3-0 nella ripresa, abbandonando il sogno della finale.

In campionato la Fezzanese si dimostrava invece squadra solida e ben organizzata. Pur non potendo competere per il primato contro le corazzate Argentina e Magra-Azzurri, non venne mai coinvolta nella lotta per la salvezza, mantenendo per tutta la stagione una posizione medio-alta di classifica.

Il girone di ritorno fu particolarmente brillante, con una squadra che – giocando in serenità – seppe offrire anche un calcio spettacolare. Non mancarono le vittorie di prestigio: memorabile il 2-0 inflitto al Magra-Azzurri a Fezzano all’andata, e lo 0-0 del ritorno sul campo avversario, maturato nonostante una prestazione dominata dai verdi. A queste si aggiunsero altri successi di rilievo:

  • 4-1 contro Imperia

  • 4-1 contro Cogoleto

  • 5-0 contro Sammargheritese

  • 6-0 contro il Finale

Il “Camaiora” si confermava un fortino: su 15 partite casalinghe, la Fezzanese conquistava 11 vittorie, 3 pareggi e solo 1 sconfitta, proprio contro la “bestia nera” Ligorna, per 0-3.

Al termine della stagione, i verdi chiudevano al quarto posto con 52 punti, il secondo miglior risultato della storia del club in Eccellenza dopo il leggendario secondo posto del 1998-99 sotto la guida di mister Strata.
Il reparto offensivo brillava con 58 gol segnati, terzo miglior attacco del campionato:

  • Lorieri capocannoniere con 13 reti

  • Baudi a quota 10

  • Saoud e Biasi con 8 a testa

Le reti subite furono 33, di cui 28 con Edoardo Bertagna tra i pali (28 presenze) e 5 con Diego Moretti (3 presenze).

A segnare dolorosamente l’annata fu però il lutto che colpì la società nel mese di settembre: la scomparsa dell’ex presidente Mauro Maggiali, storico dirigente dei verdi per otto stagioni, tra la fine degli anni ’60 e la metà dei ’70. Fu lui a guidare la società nella celebre promozione del 1968-69, una vittoria nella Prima Categoria che all’epoca valeva quanto un salto di categoria nei campionati moderni.

La stagione della svolta: la cavalcata epica della Fezzanese verso la Serie D

All’inizio della stagione 2014-2015 tutto sembrava pronto per un campionato tranquillo. La società confermava in panchina mister Carosi e, con un organico pressoché identico a quello dell’anno precedente, l’obiettivo era consolidare una posizione nelle zone medio-alte della classifica. Nessun allarme scattò nemmeno dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, arrivata con due sconfitte di misura in trasferta contro avversari di tutto rispetto: Magra Azzurri e Rapallo, squadre accreditate fin da subito tra le favorite.

L’esordio in campionato, un netto 3-0 sul difficile campo di Ventimiglia, sembrava confermare le buone premesse. Ma il cielo si oscurò presto. Da lì in avanti, otto partite senza vittorie — quattro pareggi e quattro sconfitte — gettarono la squadra nello sconforto. Se le sconfitte contro Ligorna e Magra Azzurri potevano essere accettate, ben più pesanti furono i passi falsi contro formazioni modeste come Sestrese e Cairese. La squadra appariva spaesata, priva di reazione. Quando la classifica la vide scivolare al penultimo posto, la società fu costretta a intervenire: via Carosi, dentro Alberto Ruvo.

Scelta coraggiosa, quella del giovane tecnico di Deiva Marina, che aveva già impressionato alla guida del Vallesturla. E fu la scintilla. Dopo un paio di partite interlocutorie — una vittoria e un pareggio — la Fezzanese cambiò volto. Nacque una squadra nuova, più sicura, affamata, implacabile. Iniziò così una cavalcata straordinaria: venti partite, sedici vittorie e solo quattro sconfitte. Una rimonta clamorosa che riportò la squadra nelle zone alte della classifica, interrotta solo all’ultima giornata — ininfluente — con molti titolari a riposo.

E tutto ciò, nonostante una serie incredibile di defezioni: Biasi fuori per la rottura dei legamenti, Saoud tornato in Marocco, Ginesi fermato dagli studi, Panarelli out e Flagiello costretto a saltare numerose gare. Eppure, la squadra rispose sul campo. Memorabili alcuni risultati: 5-0 al Quiliano, 4-1 a Finale, 3-0 al Ventimiglia, il roboante 3-2 in casa del Ligorna (futura vincitrice del campionato), 4-0 all’Imperia, 4-1 al Rapallo, 3-0 a Quiliano. A fine stagione il bilancio fu da record: 59 punti in 30 partite, frutto di 17 vittorie, 8 pareggi e 5 sconfitte, 62 gol fatti e 31 subiti.

Trascinatore assoluto fu Baudi, capocannoniere del campionato con 22 reti, seguito da Lorieri con 14. Ma oltre ai numeri, fu lo spirito di gruppo a fare la differenza. Il secondo posto finale spalancava le porte agli spareggi interregionali per l’accesso in Serie D, sedici anni dopo l’ultima volta. Un traguardo inaspettato, affascinante quanto impegnativo.

La società decise di onorare l’impresa, preparando gli spareggi nei minimi dettagli. Le gare casalinghe si sarebbero disputate nello stadio “Ferdeghini” del Limone, grazie alla disponibilità dello Spezia Calcio. Nulla fu lasciato al caso: steward, Digos, medico, volontari, defibrillatore e persino modifiche alla viabilità per garantire parcheggio ai tifosi.

Il primo ostacolo fu l’Adriese, corazzata veneta dal budget triplo rispetto a quello della Fezzanese. L’andata, giocata nello splendido “Bettinazzi” di Adria il 17 maggio, vide i liguri imbrigliare perfettamente gli attacchi avversari: finì 0-0, senza concedere un tiro in porta. Al ritorno, il 24 maggio, la Fezzanese dovette rinunciare all’esperto Lorieri. Gara durissima, risolta solo ai rigori dopo 120 minuti di sofferenza e un Bertagna in stato di grazia. Dal dischetto, freddezza glaciale: Miglioranza, Andreani, Del Vigo, Fiocchi e Baudi non sbagliarono. Fu 5-3, ed esplose la festa.

La finale per la promozione vide la Fezzanese opposta alla Rignanese, giustiziera del Fiumicino. L’andata, il 7 giugno al “Ferdeghini”, si giocò sotto un caldo torrido. Ma la squadra di Rignano sull’Arno si dimostrò meno solida dell’Adriese, e nella ripresa la Fezzanese travolse i toscani: 3-0 firmato Baudi su rigore (conquistato da Fiocchi), Flagiello con una splendida azione corale e Grasselli in contropiede su assist del giovane Andreani.

Grande entusiasmo sugli spalti, ma mancava ancora l’ultima tappa: il ritorno in Toscana il 14 giugno. A Rignano, davanti al sindaco di Portovenere Matteo Cozzani e alla gradita presenza di Giovanni Grazzini (presidente in pectore dello Spezia), la Fezzanese chiuse il cerchio. Nonostante l’inferiorità numerica dal 70’ per l’espulsione di Frateschi, la squadra ligure controllò e colpì. Due reti del difensore De Martino regalarono il sogno.

Al fischio finale, esplose la gioia: giocatori, tecnico Ruvo, presidente Stradini, dirigenti e tifosi — presenti o lontani — abbracciarono un sogno divenuto realtà. La Fezzanese era promossa in Serie D.

Un’impresa storica, figlia del coraggio, della determinazione e dell’amore per il calcio. Una stagione da raccontare. E da ricordare.

La Stagione 2015-16: Un’Odissea a lieto fine

La stagione 2015-16 della Fezzanese prendeva il via tra entusiasmo e buoni propositi, con la preparazione che si svolgeva sul campo interno dell’aeroporto “L. Conti”, gentilmente concesso dal comandante Lauriola. I segnali iniziali erano promettenti: dopo una vittoria per 2-0 sul Rivasamba a Sestri Levante, arrivava l'affermazione nel primo Trofeo “Oscar e Roberto Isoppo”, organizzato dalla Tarros a Sarzana. Un prestigioso 2-1 sulla Carrarese e un pareggio per 1-1 con la Tarros Sarzanese bastavano per alzare il trofeo.

Ma il clima festoso veniva bruscamente interrotto dalla tragica scomparsa, nella notte tra il 9 e il 10 agosto, di Franco Bertola, ex giocatore verde, in un incidente a Fossitermi. Aveva 44 anni, e con la maglia della Fezzanese aveva collezionato 86 presenze e 4 reti tra il 1990 e il 1993.

Con l’inizio ufficiale delle competizioni, però, cominciavano anche i problemi. Le prime gare ufficiali mettevano in evidenza i limiti tecnici di una squadra forse sopravvalutata dopo la cavalcata trionfale dell’anno precedente. In un'amichevole contro lo Spezia, terminata con un pesantissimo 7-0, emergevano evidenti fragilità difensive. Il campionato partiva male, con risultati negativi e prestazioni opache. La squadra sembrava smarrita nella nuova categoria, incapace di trovare ritmo e fiducia.

La situazione diventava critica: a metà stagione la squadra contava appena 13 punti, frutto di 4 vittorie, un pareggio e ben 14 sconfitte. La salvezza appariva un miraggio. Eppure, con grande tenacia, si cominciava a ricostruire, tassello dopo tassello. Il gruppo cresceva in solidità e cominciava a lottare con dignità su ogni campo. I risultati erano ancora sporadici, ma le disfatte umilianti non si ripetevano più.

Alla sesta giornata del girone di ritorno arrivava una scossa decisiva: l’esonero dell’allenatore e l’arrivo in panchina di Giuseppe Zuccarelli. All’inizio, anche con lui, la musica non sembrava cambiare. Ma qualcosa si stava muovendo. Finalmente, la squadra cominciava a girare, anche se il destino sembrava ormai segnato.

Nonostante Castellazzo Bormida e Novese avessero già mollato, e l’Acqui fosse abbordabile, la vera impresa era agguantare la zona playout: serviva restare entro i sette punti dalla quint’ultima. Le concorrenti – Pro Settimo, Vado, Ligorna – correvano forte. Ma la Fezzanese, nelle ultime sette giornate, compiva un vero e proprio miracolo sportivo: tre vittorie, quattro pareggi, e nessuna sconfitta. L’ultima impresa arrivava a Vado, con un prezioso 2-2 che fissava la classifica: Fezzanese quart’ultima a 34 punti, Vado a 40. Sette i punti di distacco concessi dal regolamento per lo spareggio salvezza.

Il 14 aprile, intanto, un altro lutto colpiva il mondo verde: la scomparsa di Giuseppe “Beppe” Tarabugi, leggenda della Fezzanese, con 143 presenze e 66 reti da giocatore, e ben 14 anni in panchina, per un totale di 398 partite.

Ma era il momento della resa dei conti. Il 22 maggio, allo stadio “Chittolina” di Vado Ligure, andava in scena lo spareggio. Alla Fezzanese serviva solo la vittoria. Nonostante la formazione a trazione anteriore – con Marasco, Lorieri e Baudi in campo – la squadra faceva fatica a incidere. Poi, a metà ripresa, l’infortunio di Baudi sembrava una condanna. Al suo posto entrava Grasselli, ancora a secco in stagione.

E qui il calcio si prendeva la sua rivincita poetica: nel giro di pochi minuti, Grasselli segnava una doppietta che valeva oro. La Fezzanese vinceva 2-0 e conquistava una salvezza che sembrava impossibile solo poche settimane prima.

A fine partita, esplodeva la festa. Giocatori, dirigenti e tifosi si lasciavano andare a una gioia liberatoria. Era stata una stagione durissima, sofferta, drammatica. Ma, alla fine, anche meravigliosa. La Fezzanese era salva. E più viva che mai.

La Stagione 2016-17: Speranze, Lotta e Amara Delusione

A fine luglio 2016, all’interno dell’impianto sportivo “L. Conti” di Cadimare, prendeva il via la preparazione della Fezzanese per la stagione agonistica 2016-17. La squadra, rinnovata, si presentava con un unico obiettivo: conquistare una nuova, difficile salvezza, sempre con un occhio attento al bilancio economico della società.

Per un periodo, il campo di Cadimare veniva condiviso con la Folgore Caratese, squadra lombarda di Serie D. Tra le due formazioni si disputava anche un’amichevole al Cimma di Pagliari, in cui la Fezzanese, ancora incompleta, veniva sconfitta per 3-0. Ma la stagione ufficiale partiva con il piede giusto: il 6 luglio, al Miro Luperi, la squadra verde conquistava per il secondo anno consecutivo il Trofeo “Oscar e Roberto Isoppo”, un segnale positivo e di fiducia per i tifosi.

La società, imparando dall’esperienza dell’anno precedente, riusciva a mettere in campo fin dall’inizio una rosa competitiva, nonostante le difficoltà economiche. Il girone E della Serie D, con squadre liguri e toscane, si presentava come un banco di prova impegnativo. L’inizio era incoraggiante, con buoni risultati in Coppa e un avvio di campionato promettente.

Ma, come spesso accade, qualcosa si inceppava nel corso della stagione. La squadra, pur senza subire sconfitte pesanti, perdeva progressivamente la capacità di vincere e la classifica diventava sempre più preoccupante. La società mantenne la calma, senza rivoluzionare la squadra, cercando invece di correggere gli errori e dare nuova spinta al gruppo.

Alla quinta giornata del girone di ritorno, però, arrivava la svolta: la panchina di Plicanti veniva affidata a Pierini nella speranza di un rilancio. Dopo un breve periodo di assestamento, la squadra sembrava ritrovare energia e iniziava una risalita in classifica, culminata con quattro vittorie consecutive nelle ultime gare.

Nonostante questo finale brillante, la salvezza diretta sfuggiva per un soffio. Il 14° posto conquistato garantiva però l’accesso allo spareggio salvezza, uno scontro secco in casa contro il Viareggio, con due risultati su tre a favore della Fezzanese.

Il giorno della sfida, i verdi partivano forte e si portavano addirittura in vantaggio grazie a Cito. La vittoria sembrava ormai a portata di mano, ma nella ripresa la squadra cedeva improvvisamente terreno: il Viareggio prima pareggiava, poi ribaltava il risultato.

La sconfitta pesante e inattesa sanciva la retrocessione, un epilogo che lasciava profondamente amareggiati giocatori, dirigenti e tifosi. Una delusione grande, soprattutto perché sembrava un destino ormai scongiurato.

La Fezzanese 2017-18: Riscatto e Dominio in Eccellenza

Smaltita la delusione della retrocessione e liberatasi dal peso gravoso della Serie D, la società Fezzanese, già a giugno, iniziava a gettare le basi per affrontare la nuova stagione agonistica 2017-18. Il primo problema da risolvere riguardava il campo di gioco: il terreno del Fezzano, a causa dei lavori per la costruzione della rotonda del cimitero, sarebbe rimasto inutilizzabile per tutto il campionato. Fu quindi raggiunto un accordo con il Don Bosco e la squadra avrebbe disputato partite e allenamenti, sia della prima squadra che della Juniores, sul campo “Cimma” ai Pagliari.

Sul fronte dirigenziale, lo zoccolo duro veniva confermato. La guida tecnica veniva affidata all’ex allenatore del Ligorna, Gabriele Sabatini, mentre Piergiorgio Bonati rimaneva al timone della Juniores. Fabio Lorieri assumeva il ruolo di nuovo direttore sportivo, Gerardo Monacizzo veniva confermato direttore generale, e dopo otto anni nelle giovanili del Canaletto, Giuseppe Celentano entrava nello staff tecnico come responsabile dell’area tecnica.

Il mercato portava in rosa giocatori di categoria validi come Corvi, Pennucci, Terminiello, Cargioli, Lunghi, Lorenzini e il rientrante Maggiore; successivamente si aggiungeva anche Zavatto. A completare la squadra una nutrita schiera di giovani promettenti: Gavini, Cantarone, Greci, Vicini, Galassi e altri ancora.

La formazione si presentava fin da subito di qualità, anche se probabilmente inferiore ad alcune avversarie del girone. L’obiettivo era dare tempo agli elementi nuovi di amalgamarsi, e per questo servirono le partite e i tornei amichevoli disputati prima dell’inizio ufficiale. Tra questi spicca la vittoria nel IV Trofeo Cristina Rampini, il 20 agosto a Ceparana, torneo a triangolare con partite di 45 minuti.

L’esordio nel girone di qualificazione di Coppa Italia risultò invece troppo precoce per una squadra così rinnovata. La Fezzanese partiva bene con una netta vittoria contro il Rapallo, ma la sconfitta di misura contro il Valdivara 5terre, che poi si sarebbe aggiudicato il titolo regionale, risultò decisiva. Inutile la vittoria finale contro il Moconesi Fontanabuona, che non bastò per superare il turno.

Il campionato partiva con risultati alterni: una netta vittoria contro la matricola Serra Riccò, seguita da pareggi a Pietra Ligure e in casa con il Ventimiglia, e una sconfitta interna contro il Vado, considerato fino a quel momento favorito alla vittoria finale. Ma la squadra, col passare del tempo, acquisiva sempre più sicurezza e forza, iniziando una straordinaria serie di tredici risultati positivi, frutto di dieci vittorie e tre pareggi.

Ben presto la Fezzanese si trovava al comando della classifica, e nessuna delle antagoniste sembrava in grado di contrastarne il cammino verso il titolo. La sconfitta subita a Ventimiglia rimaneva solo una parentesi, seguita da altri dieci risultati utili consecutivi – sette vittorie e tre pareggi – che sancivano la matematica vittoria del campionato con due giornate di anticipo.

La terza sconfitta stagionale arrivava contro la Genova Calcio alla penultima giornata, ma risultava ininfluente. Nell’ultima partita contro l’Imperia, seconda in classifica, la Fezzanese si imponeva nettamente per 4-1, ribadendo la propria supremazia.

Il campionato si chiudeva con la squadra verde a quota 65 punti, frutto di 19 vittorie, 8 pareggi e 3 sconfitte. I gol segnati, ben 85, rappresentavano un record assoluto per i campionati di Eccellenza ligure a 16 squadre, mentre quelli subiti erano 31. Quattordici giocatori segnavano almeno una rete, con quattro di loro in doppia cifra: Maggiore e Lorenzini a quota 14, Corvi con 12 e Baudi con 11.

Nulla poteva fermare il predominio verde: né la mancanza di un campo fisso, né i numerosi infortuni che avevano colpito molti dei giocatori più rappresentativi, come il centrocampista Manuel Frateschi, costretto a rinunciare già durante la preparazione per problemi fisici.

Così, dopo solo una stagione in Eccellenza, la Fezzanese tornava in Serie D con un successo netto e meritato.

Durante l’annata, inoltre, aveva fatto discutere una vicenda complessa relativa al tesseramento di tre giocatori nigeriani da parte del Valdivara. Diverse sentenze contrastanti degli organi giudicanti della FIGC avevano alimentato tensione e suspense in un campionato che, altrimenti, avrebbe avuto ben pochi momenti di vera competizione, vista la chiara superiorità della squadra di mister Sabatini.

Fezzanese 2018-2021: Tra Salvezza, Pandemia e Ingiustizia Sportiva

La stagione 2018-19 per la Fezzanese si apriva ancora una volta con i consueti problemi logistici legati all’indisponibilità del campo di gioco. Si confermavano quindi le soluzioni adottate nella stagione precedente: la prima squadra avrebbe giocato allo stadio “Miro Luperi” di Sarzana, mentre la Juniores avrebbe proseguito al campo “Cimma” dei Pagliari.

Forte dell’esperienza maturata nella precedente avventura in Serie D, la società puntava a costruire una squadra competitiva, composta principalmente da giocatori del territorio spezzino e del suo hinterland. La continuità, a livello tecnico e dirigenziale, era il punto di partenza, confermando lo stesso assetto che aveva permesso il pronto ritorno in quarta serie.

Una sorpresa però giungeva dalla composizione dei gironi: la Fezzanese veniva inserita nel girone “A” della Serie D, insieme a squadre liguri, piemontesi e lombarde. Un raggruppamento geograficamente complesso, soprattutto per le lunghe trasferte che avrebbe comportato.

Il primo impegno ufficiale della stagione era la Coppa Italia di categoria. Dopo aver eliminato in trasferta il Sestri Levante, la squadra veniva sconfitta ai rigori in un’infuocata partita contro la Lavagnese. Poco male, perché era già tempo di campionato. E l'inizio fu esaltante: tre vittorie consecutive contro Stresa, Borgaro Nobis in trasferta e Milano City.

Ben presto, tuttavia, emersero le difficoltà. Il valore tecnico di molte avversarie, unito a una lunga serie di infortuni, costrinsero la Fezzanese a lottare per rimanere a galla. La classifica si fece presto divisa in quattro fasce: in vetta un Lecco nettamente superiore, seguito da sei squadre in corsa per i play-off, tre destinate alla retrocessione diretta e otto, tra cui la Fezzanese, impegnate a evitare i play-out.

La squadra verde, pur tra mille difficoltà, non si disunì mai e riuscì a conquistare una sofferta ma meritata salvezza all’ultima giornata, chiudendo a 41 punti. A trascinare il gruppo fu il capitano Baudi, autore di uno straordinario campionato coronato da 21 reti che lo posizionarono al secondo posto nella classifica marcatori del girone. Tra le retrocesse, oltre alle “predestinate” Borgaro Nobis, Stresa e Pro Dondero, anche il Sestri Levante, sconfitto nello spareggio salvezza dall’Arconatese.

Da segnalare con orgoglio anche la vittoria della Fezzanese nella classifica della Coppa Disciplina del girone A – sesto posto a livello nazionale – riconoscimento che premiava il comportamento esemplare di giocatori, staff, dirigenti e pubblico.

La stagione 2019-20: tra campo e pandemia

Il campionato 2019-20 si apriva, come da tradizione, tra speranze e difficoltà. L’avvio era promettente, quasi esaltante, ma con il passare delle giornate la squadra perdeva brillantezza e i risultati negativi iniziarono ad accumularsi. Nemmeno il rientro dal Seregno del bomber Baudi riusciva a invertire la rotta.

Ma tutto stava per cambiare, e non solo sul piano sportivo.

A gennaio 2020 si cominciava a parlare di un misterioso virus in Cina. Sembrava un problema distante, ma nel giro di poche settimane la realtà cambiava radicalmente: a fine febbraio l’epidemia scoppiava anche in Italia. Con il numero di contagi e vittime in crescita esponenziale, soprattutto al Nord, il governo fu costretto a imporre il lockdown: chiusura delle attività non essenziali, distanziamento sociale, uso obbligatorio di mascherine e sospensione di tutti i campionati sportivi.

Si sperava in una rapida ripresa, ma la pandemia imperversava. A marzo e aprile, l’Italia registrava quasi 40.000 vittime. Solo a fine maggio la LND prendeva atto dell’impossibilità di riprendere l’attività, ma la decisione che ne seguì lasciò sconcertati: la classifica veniva congelata, promuovendo le prime classificate e retrocedendo le ultime quattro di ogni girone, senza tener conto delle partite giocate in casa o in trasferta.

Una decisione che, a differenza di quanto avvenuto nei campionati professionistici e nel calcio femminile, non prevedeva alcuna equità. La Fezzanese si ritrovava così retrocessa dal quart’ultimo posto, nonostante una classifica ancora apertissima e un calendario tutt’altro che concluso.

I ricorsi al Collegio di Garanzia del CONI, al TAR del Lazio e infine al Consiglio di Stato non ebbero esito positivo. Una grande ingiustizia sportiva che lasciava l’amaro in bocca a tutta la società. In questo caso, il celebre “giudice di Berlino” sembrava introvabile – o forse semplicemente distratto da questioni più gravi.

Il ritorno in Eccellenza e la stagione del Covid

Per la stagione 2020-21, la Fezzanese si ritrovava nuovamente in Eccellenza Ligure, in un campionato fortemente condizionato dalla pandemia. Il format era completamente rivisto: due gironi nella prima fase, uno da dieci e l’altro da undici squadre (sic!), con successiva seconda fase per determinare promozioni e retrocessioni.

Anche per la Juniores la struttura seguiva un modello simile. Con il campo di Fezzano ancora inutilizzabile, le partite interne venivano disputate, come negli anni precedenti, al campo “Cimma”.

Purtroppo, nel contesto tragico della pandemia, la società fu colpita anche da un grave lutto: la scomparsa di Claudio Vannini, storico giocatore e dirigente della Fezzanese, figlio di Pierino Vannini, colonna della dirigenza verde. Claudio aveva militato per anni tra giovanili e prima squadra, per poi rivestire numerosi ruoli dirigenziali. Con 305 presenze in maglia verde al 2020, era il quarto giocatore più presente nella storia del club.

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