STORIE VERDI| Fezzanese, la leggenda della Coppa Italia: tre trionfi che battono nel cuore verde
- Ufficio Stampa USD Fezzanese
- 5 giorni fa
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Certe storie non si scrivono con l’inchiostro, ma con il sangue e il sudore di uomini che hanno fatto della passione il loro destino. La Fezzanese e la Coppa Italia di Eccellenza: un legame viscerale, fatto di attese, battaglie e momenti che restano scolpiti nella memoria di chi ama questi colori.
La prima Coppa Italia con la firma di Ivan Stradini
Tutto inizia il 6 gennaio 1998, giorno epico che apre un nuovo capitolo nella storia del club. A guidare i Verdi c’è Stefano Strata, mente e cuore di una squadra capace di conquistare la prima Coppa Italia regionale della propria storia. Un cammino straordinario: la fase a gironi superata a suon di gol, grazie ai successi contro Migliarinese (6-2) e Ortonovo (4-2). Poi, negli ottavi, la Sarzanese si arrende. Nei quarti l’Entella cede il passo. In semifinale è il Pontedecimo a cadere sotto i colpi dei verdi (4-0 all’andata, 2-2 al ritorno).In finale, avversario il Busalla. L’andata, in trasferta, è un capolavoro: 2-0 firmato Fezzanese. Il ritorno, il 6 gennaio ad Albiano, sembra una formalità. E in effetti, dopo appena dieci minuti, è già 2-0: Mariano e Marrai fanno sognare il popolo verde. Ma il calcio, si sa, non è mai scritto. Il Busalla reagisce, pareggia, passa addirittura in vantaggio. Il cuore si ferma. Ma è proprio nel momento più duro che emerge l’anima della Fezzanese. Al 70’, Ivan Stradini, oggi vicepresidente del club, firma il 3-3 che vale il trionfo. È fatta: la Fezzanese è sul tetto della Liguria.
Quattordici anni dopo: la seconda Coppa Italia
Sono passati 14 anni da quel giorno, ma la sete di vittoria non si è mai placata. Dopo una finale persa amaramente nel 1999/2000 contro il Savona, il 6 gennaio torna a essere data sacra. È il 2013, in panchina c’è Giorgio Figaia, alla presidenza Arnaldo Stradini. A Lavagna, nello stadio “Riboli”, si gioca la finalissima contro il Finale. È una battaglia, una partita tirata fino al cuore dei supplementari. A risolverla, una fiammata di talento: assist di Miglioranza, rete di Jacopo Conti. La Fezzanese torna a trionfare, e lo fa con una squadra dal cuore giovane e dalla grinta infinita. I nomi di quella formazione — Bertagna, Costa, Ginesi, Baudi — restano scolpiti nella memoria di chi ha gridato al cielo la propria gioia quel giorno.
Ma il destino non ha ancora finito di emozionare.
Terza Coppa. La più recente. La più matura.
Un'altra sfida, un’altra impresa. Di fronte, una squadra ostica e determinata: Genova Calcio. Ma la Fezzanese, guidata da Stefano Turi, è un’orchestra perfetta. Qualità, cuore, intelligenza tattica. E soprattutto fame.Capitan Baudi, icona di mille battaglie, apre le danze dal dischetto. Poi ci pensa Lorenzini a raddoppiare. Gli avversari accorciano con Amirante, ma non basta. La Coppa torna a vestirsi di verde.
Al triplice fischio, è un’esplosione di gioia. Le lacrime si mescolano agli abbracci, le urla di esultanza ai ricordi. È un trionfo dedicato alla famiglia Stradini e a tutto il popolo verde. A chi c’era, a chi ha lottato, a chi ha creduto anche quando sembrava impossibile.
Tre Coppe. Tre epoche. Un’unica anima. La Fezzanese non ha solo vinto: ha scritto la sua leggenda. E nei cuori di ogni tifoso, quel trofeo non è solo metallo. È identità, è orgoglio, è eternità.