STORIE VERDI GLI ANNI D’ORO DEL CALCIO VERDE: IL SOGNO NATO TRA IL CIGNANO E IL MARE
- Ufficio Stampa USD Fezzanese
- 4 giu
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C’era una volta un campo. Non uno qualunque: un lembo di terra strappato alla natura e trasformato in sogno collettivo da mani operose e cuori appassionati. È l’ottobre del 1950 quando a Fezzano nasce ufficialmente il primo campo sportivo della frazione, realizzato grazie all’impegno instancabile di dirigenti, soci e sportivi locali. Il terreno, concesso dalla Ansaldo di Genova, si trova nella piccola piana che accompagna il torrente del Cignano fino al mare, accanto al cimitero.
Lo chiamano “campo dell’Artigliè”, e seppur piccolo – 90 metri per 45 – è abbastanza grande da contenere i sogni di un’intera comunità.

Con questo nuovo “tempio” del calcio, la Fezzanese può finalmente lasciare il campo dell’aeroporto di Cadimare e tornare a casa, su un terreno tutto suo. Le misure sono modeste, il canale scorre ancora a cielo aperto, e al posto dei palazzi di oggi c’è solo il respiro del mare. Ma per i tifosi e per i ragazzi in maglia verde, è un piccolo Maracanã.
E proprio da quel rettangolo di terra, inizia una delle pagine più emozionanti della storia del calcio spezzino. Nella stagione 1950-51, la Fezzanese centra subito la promozione in Prima Divisione. Un inizio travolgente: dodici vittorie, un solo pareggio, nessuna sconfitta al giro di boa. La squadra domina, emoziona, fa sognare. È l’orgoglio del borgo.
Tre anni dopo, nel campionato 1953-54, arriva la consacrazione. La Fezzanese trionfa nel girone di levante della Prima Divisione ligure, sbaragliando le avversarie con numeri impressionanti: 35 punti, 64 gol segnati, solo 22 subiti. Le ultime due partite sono memorabili: un 4-2 alla Freccia Azzurra e un incredibile 10-1 alla Canalettese. Fezzano è in festa, la promozione è conquistata.
Ma la favola incontra presto la sua prima amara realtà. Nel 1954-55, l’assenza di un impianto omologato impedisce alla Fezzanese di iscriversi al campionato di Promozione. Al suo posto vengono ammesse Pitellese e Proletaria di Sarzana, seconde e terze in classifica. Una beffa dura da digerire, ma che non cancella lo splendore di quegli anni.
Quelli erano i tempi in cui il calcio era sudore, terra e passione. Tempi in cui bastavano due pali, un campo spianato a mano e un’intera comunità a fare da cornice per scrivere la storia. E a Fezzano, quella storia, ha cominciato a brillare già nel 1950.